Luca Grimaldi
Pittoresco
curated by Giuliana Benassi
December 17, 2022 - February 18, 2023
Pittoresco si dice del giardino all’inglese. Dal manuale di storia dell’arte alla rivista di giardinaggio, pittoresco è quella costruzione del giardino volutamente selvaggia, ma con i dovuti artifici della rovina, del laghetto, del rigagnolo e il suo ponticello.
Pittoresco è quella pittura di genere, di paesaggio che ha fatto scuola per bocca dei critici d’arte del XVIII secolo che chiamavano pittoresco quel paesaggio solitario, con alcune incursioni di genere o di rovine, del secolo precedente. Pittoresco si definisce anche quella persona particolarmente colorita, di spiccata efficacia rappresentativa e dotata di una certa bizzarria nell’atteggiamento.
Partirei proprio da quest’ultima definizione per guardare la mostra di Luca Grimaldi a Palermo nello spazio espositivo L’Ascensore. Una mostra. Che poi è una mostra nella mostra, oppure una non mostra, o addirittura una parodia di una mostra. Forse un pò tutte queste cose insieme.
Sta di fatto che la mostra è un’unica opera installativa, un unico lavoro composto da cavalleto-pittura-cornice: questi sono un tutt’uno. La triade non è un vezzo, è una riflessione sul paesaggio e sulla pittura. L’opera include il paesaggio, un paesaggio quasi iconico - quello delle mucche che pascolano in un prato - preso dall’artista da una confezione di latte. Il paesaggio ha la sua cornice di legno, dipinto su cartongesso e ha il suo cavalletto anch’esso in cartongesso e con le venature del legno.
Guardiamo perciò in mostra un’opera che riflette sulla pittura, giocando con il termine pittoresco nei suoi molteplici significati: pittoresco è il genere pittorico che tratta, riguarda la pittura e lo fa con un “atteggiamento” auto caricaturale. Che sia la pittura di paesaggio ha una particolare importanza perché l’estrema orizzontalità del quadro e la sua dimen- sione straordinaria suggeriscono una posizione scomoda su un solo cavalletto, un baricentro precario. L’esagerazione delle misure del quadro traduce la sproporzione in enfasi rappresentativa.
Non è la prima volta che Grimaldi affronta la riflessione sul genere del paesaggio. Un’opera del 2021 Due e mezzo per due e mezzo, rappresenta il paesaggio in una pittura di 2,5 per 250 cm. Una lunga barra verticale sfida il paesaggio nella sua dipendenza dall’orizzonte. Qui si riconosce un paesaggio nella semplice stratificazione di colori verde, bianco e poi azzurro. Grimaldi pensa alla pittura in questi termini, come ad un fatto tangibile, un luogo dove le composizioni dettano le regole e i colori si susseguono secondo un ordine prestabilito.
Le immagini vengono dal contesto che ci circonda, una pubblicità, come la scena della prateria con vacche brulicanti tipica dei prodotti legati alla produzione agricola, e in altri casi sono le locandine pubblicitarie alla fermata del bus, il frigorifero di un qualsiasi aeroporto, una busta di tabacco o la foto di scarpe in vendita online, e così via. Sono questi i campi dove l’artista riconosce delle occasioni pittoriche. Quello che è iconico, quello che ha generato una sua estetica propria, un’identità visiva popolare e universale, per Grimaldi è motivo di ragionamento, interrogazione sulla dinamica che porta a generare la costruzione di composizioni visive. Attraverso la pittura le riduce all’essenziale, decostruendole al tempo stesso. I colori, spesso irretiti all’interno di una griglia che suggerisce il processo di costruzione dell’immagine, si identificano con pennellate scandite ed evidenti. Sin qui la pittura è una pittura. In Pittoresco però essa comprende il cavalletto e la cornice, diventando dispositivo di riflessione sui modi di pensare alla pittura stessa. Il finto legno del cartongesso si fa rapidamente, dice l’artista, basta anche guardare un tutorial su Youtube. Ma non è in questi termini che rientra nel discorso pittorico, piuttosto negli elementi che essi rappresentano; la cornice e il cavalletto sono aggettivi qualificativi della pittura.
A proposito di youtube, potremmo quasi dire che Grimaldi usa il web come congegno per raccogliere e analizzare il mondo delle immagini, non di massa come diremmo per la pop-art, ma di tutti e in tutto il mondo. La fluidità delle immagini oggi è come l’acqua che per capillarità si insinua in ogni via. Così fanno le immagini, che appartengono a tutti e diventano veri e propri “modi di rappresentazione” della realtà.
Con un’idea romantica - e qui ritorniamo al tema del pittoresco - Grimaldi affronta la sua mostra o non-mostra, en- fatizzando la pittura, esasperando i suoi connotati: orizzontalità, pittura da cavalletto, cornice, paesaggio. L’opera si identifica con la questione espositiva, riflettendo anche sui modi di presentazione entro schemi che appartengono a un’identità visiva comune; quasi a dire: pittoresco è uno standard.
The word Pittoresco is used to describe an English-style garden. From an art history textbook to a gardening magazine, pittoresco is a purposeful reproduction of wilderness, combined with the proper dose of ancient ruins, a small lake or creek and a little bridge.
Pittoresco is this genre, a specific landscape painting observed and formulated by art critics of the eighteenth century. They were labeling as picturesque this solitary landscape hosting the occasional small ruins from previous centuries.
Pittoresco is also used in Italian to define a person that is particularly quirky, colorful, particularly communicative or slightly bizarre.
I would use this last definition to begin looking at Luca Grimaldi´s show in L´Ascensore exhibition space in Palermo.
A show, which is then actually a show inside a show, or maybe a non-show, or even maybe a parody of a show. Perhaps all of the above.
The fact is that the exhibition is made up of a single piece, an installation of easel-painting-frame uniting these three elements. More than just a whim, this triad is a reflection on painting and landscape painting. The work in fact includes a quasi-iconic landscape: cows standing on the pasture found by the artist on a milk carton.
This landscape and its frame are both painted in oil on folded plasterboard, held by an easel which is also made of folded plasterboard painted in faux wood.
We are looking at an artwork that talks about painting, playing with the term pittoresco and its different interpretations: pittoresco is the genre of painting this work is relating to, it talks about painting and it does so as if it wanted to do a caricature of itself. The fact that this is a landscape is crucial: all of this excessive, oversized horizontality looks precarious, wonky on a single easel. Perhaps exaggerated sizes here translate in a hyperbolic, embellished representation.
This is not the first time that Grimaldi uses landscapes in his work. A work from 2021 titled Due e mezzo per due e mezzo (Two and a half by two and a half), presended an oil painted landscape 2 and a half meters tall by two and a half centimeters wide. A long vertical bar that challenges the landscape´s dependency on a horizon. Here you can recognize a landscape in this simple vertical sequence: from green to white to blue.
Grimaldi looks at painting in these terms, a practical approach that creates a system of color of where composition sets the rules. Images derive from contexts around us: an advertisement like one that could use a pastoral scene made of cows, typical of dairy products, as well as those advert signs at the bus stop, a fridge of water from an airport, a pack of cigarettes, photos of shoes from an ecommerce website and so on. These are all fields in which the artist recognizes a pictorial opportunity.
Whatever is iconic, whatever generates its own aesthetic, a populist, universal visual identity, for Grimaldi becomes a thought process that leads to the construction of his visual compositions. Using painting he reduces them to the essential, deconstructing them. You can see colors as somewhat caged within a grid that reveals the construction process itself, the color identifiable within solid, clear-cut brushstrokes. Up to this point, painting is a painting. In Pittoresco instead, the painting is one with the frame and the easel, taking part in a thought process about ways in which we intent painting. The fake wood on plasterboard is easy to paint and it can be found on Youtube tutorials, as the artist often repeats to whoever asks him. However is not within these terms that we´re supposed to talk about painting, rather in the elements that this fake wood is representing: frame and easel are in fact paintings qualifying adjectives.
Speaking of Youtube, we can almost say that Grimaldi uses Google Images like a machine that analyzes collective imaginations, not necessarily mass cultures as we would say for pop-art, but images belonging to everyone, everywhere.
The fluidity of Images today runs like water, its capillary action fills up every small space in every direction; this goes for images that belong to everyone and act as typologies, types of representations of reality.
With a romantic idea – and here we go back to the picturesque theme – Grimaldi takes on this exhibition or non-exhibition, with an emphasis put on painting and exasperating its features: horizontality, easel painting, frame and landscape. The artwork identifies with its own exhibitive issues, reflecting models of presentation within frameworks belonging to a common visual identity; almost like saying that Pittoresco is one more standard among standards.
Exhibition view, Photo © Filippo M. Nicoletti
Luca Grimaldi
Pittoresco
curated by Giuliana Benassi
December 17, 2022 - February 18, 2023
Pittoresco si dice del giardino all’inglese. Dal manuale di storia dell’arte alla rivista di giardinaggio, pittoresco è quella costruzione del giardino volutamente selvaggia, ma con i dovuti artifici della rovina, del laghetto, del rigagnolo e il suo ponticello.
Pittoresco è quella pittura di genere, di paesaggio che ha fatto scuola per bocca dei critici d’arte del XVIII secolo che chiamavano pittoresco quel paesaggio solitario, con alcune incursioni di genere o di rovine, del secolo precedente. Pittoresco si definisce anche quella persona particolarmente colorita, di spiccata efficacia rappresentativa e dotata di una certa bizzarria nell’atteggiamento.
Partirei proprio da quest’ultima definizione per guardare la mostra di Luca Grimaldi a Palermo nello spazio espositivo L’Ascensore. Una mostra. Che poi è una mostra nella mostra, oppure una non mostra, o addirittura una parodia di una mostra. Forse un pò tutte queste cose insieme.
Sta di fatto che la mostra è un’unica opera installativa, un unico lavoro composto da cavalleto-pittura-cornice: questi sono un tutt’uno. La triade non è un vezzo, è una riflessione sul paesaggio e sulla pittura. L’opera include il paesaggio, un paesaggio quasi iconico - quello delle mucche che pascolano in un prato - preso dall’artista da una confezione di latte. Il paesaggio ha la sua cornice di legno, dipinto su cartongesso e ha il suo cavalletto anch’esso in cartongesso e con le venature del legno.
Guardiamo perciò in mostra un’opera che riflette sulla pittura, giocando con il termine pittoresco nei suoi molteplici significati: pittoresco è il genere pittorico che tratta, riguarda la pittura e lo fa con un “atteggiamento” auto caricaturale. Che sia la pittura di paesaggio ha una particolare importanza perché l’estrema orizzontalità del quadro e la sua dimen- sione straordinaria suggeriscono una posizione scomoda su un solo cavalletto, un baricentro precario. L’esagerazione delle misure del quadro traduce la sproporzione in enfasi rappresentativa.
Non è la prima volta che Grimaldi affronta la riflessione sul genere del paesaggio. Un’opera del 2021 Due e mezzo per due e mezzo, rappresenta il paesaggio in una pittura di 2,5 per 250 cm. Una lunga barra verticale sfida il paesaggio nella sua dipendenza dall’orizzonte. Qui si riconosce un paesaggio nella semplice stratificazione di colori verde, bianco e poi azzurro. Grimaldi pensa alla pittura in questi termini, come ad un fatto tangibile, un luogo dove le composizioni dettano le regole e i colori si susseguono secondo un ordine prestabilito.
Le immagini vengono dal contesto che ci circonda, una pubblicità, come la scena della prateria con vacche brulicanti tipica dei prodotti legati alla produzione agricola, e in altri casi sono le locandine pubblicitarie alla fermata del bus, il frigorifero di un qualsiasi aeroporto, una busta di tabacco o la foto di scarpe in vendita online, e così via. Sono questi i campi dove l’artista riconosce delle occasioni pittoriche. Quello che è iconico, quello che ha generato una sua estetica propria, un’identità visiva popolare e universale, per Grimaldi è motivo di ragionamento, interrogazione sulla dinamica che porta a generare la costruzione di composizioni visive. Attraverso la pittura le riduce all’essenziale, decostruendole al tempo stesso. I colori, spesso irretiti all’interno di una griglia che suggerisce il processo di costruzione dell’immagine, si identificano con pennellate scandite ed evidenti. Sin qui la pittura è una pittura. In Pittoresco però essa comprende il cavalletto e la cornice, diventando dispositivo di riflessione sui modi di pensare alla pittura stessa. Il finto legno del cartongesso si fa rapidamente, dice l’artista, basta anche guardare un tutorial su Youtube. Ma non è in questi termini che rientra nel discorso pittorico, piuttosto negli elementi che essi rappresentano; la cornice e il cavalletto sono aggettivi qualificativi della pittura.
A proposito di youtube, potremmo quasi dire che Grimaldi usa il web come congegno per raccogliere e analizzare il mondo delle immagini, non di massa come diremmo per la pop-art, ma di tutti e in tutto il mondo. La fluidità delle immagini oggi è come l’acqua che per capillarità si insinua in ogni via. Così fanno le immagini, che appartengono a tutti e diventano veri e propri “modi di rappresentazione” della realtà.
Con un’idea romantica - e qui ritorniamo al tema del pittoresco - Grimaldi affronta la sua mostra o non-mostra, en- fatizzando la pittura, esasperando i suoi connotati: orizzontalità, pittura da cavalletto, cornice, paesaggio. L’opera si identifica con la questione espositiva, riflettendo anche sui modi di presentazione entro schemi che appartengono a un’identità visiva comune; quasi a dire: pittoresco è uno standard.
The word Pittoresco is used to describe an English-style garden. From an art history textbook to a gardening magazine, pittoresco is a purposeful reproduction of wilderness, combined with the proper dose of ancient ruins, a small lake or creek and a little bridge.
Pittoresco is this genre, a specific landscape painting observed and formulated by art critics of the eighteenth century. They were labeling as picturesque this solitary landscape hosting the occasional small ruins from previous centuries.
Pittoresco is also used in Italian to define a person that is particularly quirky, colorful, particularly communicative or slightly bizarre.
I would use this last definition to begin looking at Luca Grimaldi´s show in L´Ascensore exhibition space in Palermo.
A show, which is then actually a show inside a show, or maybe a non-show, or even maybe a parody of a show. Perhaps all of the above.
The fact is that the exhibition is made up of a single piece, an installation of easel-painting-frame uniting these three elements. More than just a whim, this triad is a reflection on painting and landscape painting. The work in fact includes a quasi-iconic landscape: cows standing on the pasture found by the artist on a milk carton.
This landscape and its frame are both painted in oil on folded plasterboard, held by an easel which is also made of folded plasterboard painted in faux wood.
We are looking at an artwork that talks about painting, playing with the term pittoresco and its different interpretations: pittoresco is the genre of painting this work is relating to, it talks about painting and it does so as if it wanted to do a caricature of itself. The fact that this is a landscape is crucial: all of this excessive, oversized horizontality looks precarious, wonky on a single easel. Perhaps exaggerated sizes here translate in a hyperbolic, embellished representation.
This is not the first time that Grimaldi uses landscapes in his work. A work from 2021 titled Due e mezzo per due e mezzo (Two and a half by two and a half), presended an oil painted landscape 2 and a half meters tall by two and a half centimeters wide. A long vertical bar that challenges the landscape´s dependency on a horizon. Here you can recognize a landscape in this simple vertical sequence: from green to white to blue.
Grimaldi looks at painting in these terms, a practical approach that creates a system of color of where composition sets the rules. Images derive from contexts around us: an advertisement like one that could use a pastoral scene made of cows, typical of dairy products, as well as those advert signs at the bus stop, a fridge of water from an airport, a pack of cigarettes, photos of shoes from an ecommerce website and so on. These are all fields in which the artist recognizes a pictorial opportunity.
Whatever is iconic, whatever generates its own aesthetic, a populist, universal visual identity, for Grimaldi becomes a thought process that leads to the construction of his visual compositions. Using painting he reduces them to the essential, deconstructing them. You can see colors as somewhat caged within a grid that reveals the construction process itself, the color identifiable within solid, clear-cut brushstrokes. Up to this point, painting is a painting. In Pittoresco instead, the painting is one with the frame and the easel, taking part in a thought process about ways in which we intent painting. The fake wood on plasterboard is easy to paint and it can be found on Youtube tutorials, as the artist often repeats to whoever asks him. However is not within these terms that we´re supposed to talk about painting, rather in the elements that this fake wood is representing: frame and easel are in fact paintings qualifying adjectives.
Speaking of Youtube, we can almost say that Grimaldi uses Google Images like a machine that analyzes collective imaginations, not necessarily mass cultures as we would say for pop-art, but images belonging to everyone, everywhere.
The fluidity of Images today runs like water, its capillary action fills up every small space in every direction; this goes for images that belong to everyone and act as typologies, types of representations of reality.
With a romantic idea – and here we go back to the picturesque theme – Grimaldi takes on this exhibition or non-exhibition, with an emphasis put on painting and exasperating its features: horizontality, easel painting, frame and landscape. The artwork identifies with its own exhibitive issues, reflecting models of presentation within frameworks belonging to a common visual identity; almost like saying that Pittoresco is one more standard among standards.
Exhibition view, Photo © Filippo M. Nicoletti